Welfare e Mentoring

welfare&mentoring
Pubblicato da: Daniela Belotti Categoria: Lavoro e mentoring

Welfare e Mentoring:  Accoppiata vincente?

Sempre più si parla di invecchiamento della popolazione. L’età media dei lavoratori in Italia ha da tempo superato i 40 anni e continuerà a salire con l’allungamento dell’età pensionabile. Aumenta il numero di dipendenti che hanno uno o più congiunti in famiglia bisognosi di cure. L’indice di natalità nel nostro paese da anni ha tassi negativi. Molte aziende invece si troveranno a dover affrontare il problema del ricambio generazionale, a causa dei baby-boomers che vorranno approfittare dello spiraglio della nuova “quota 100”, perdendo competenze ed esperienza.  Non è uno scenario di guerra, ma poco ci manca. Purtroppo, tutti gli indicatori socio-economici portano in questa direzione. Mentre si tenta di ragionare per individuare soluzioni efficaci ed efficienti si fa una grande fatica a trovarle.

Welfare aziendale in crescita

Si dice spesso che c’è bisogno di più welfare per affrontare questi nuovi bisogni sociali. Le aziende, principalmente le medie e le grandi, cercano di rispondere ad alcune necessità specifiche dei propri dipendenti per migliorare il benessere aziendale e di conseguenza la produttività. Attraverso i piani di welfare aziendale stanno mettendo a disposizione dei propri dipendenti importanti servizi di supporto per integrare ed a volte sopperire ad attività che il welfare tradizionale non è più in grado di garantire. Iniziano ad essere utilizzati, oltre alla palestra e ai viaggi, servizi di sostegno ai caregiver, di sviluppo e certificazione delle competenze nei periodi di assenza per maternità dei propri dipendenti, servizi di aiuto nella gestione della famiglia, dog sitting e tanto altro.

Welfare e formazione

Poco o nulla purtroppo ancora si fa per gestire l’allungarsi della permanenza in azienda dei lavoratori dovuta all’innalzamento dell’età pensionabile. I silver workers vengono parcheggiati se non allontanati dalle aziende con conseguenti costi sociali esorbitanti (disoccupazione, depressione , esclusione sociale) e costi aziendali ( perdita di competenze, di engagement, di produttività ).   Il ricambio generazionale è difficile tra generazioni di lavoratori che stentano a capirsi e si guardano con pregiudizio reciproco . Così come l’integrazione dei talenti e le assunzioni dei millennials nelle aziende. Da diversi anni negli Stati Uniti, in particolare, ed in altri paesi europei ha preso piede, attraverso piattaforme online, un servizio di mentoring che mette in correlazione tra loro i mentor ed i mentee permettendogli di scambiarsi esperienze e competenze. 

Il mentoring come strumento di formazione e sostegno sia personale che professionale.

Tale sistema consentirebbe alle aziende di raggiungere un duplice risultato:

  • integrare al meglio i giovani nelle aziende attraverso il mentoring dei dipendenti più esperti, penso agli over 50, selezionando i talenti già nelle scuole e accelerando l’allineamento dei nuovi assunti alle esigenze aziendali. Questo permetterebbe di gestire più facilmente l’integrazione sempre più diffusa dei millennials e generazione Z, con aspettative e bisogni profondamente diverse dai dipendenti più senior. Allo stesso tempo valorizzerebbe al meglio le esperienze e le professionalità dei dipendenti senior . Inoltre, cosi facendo, si salvaguarderebbero anche le posizioni di lavoratori che probabilmente, invece, si rischierebbero di ritrovarsi fuori dal ciclo produttivo alimentando un problema sociale. 
  • sostenere i lavoratori  nei momenti di transizione o difficoltà della loro vita personale (es. caregiving), trasformando i periodi difficili  in periodi positivi. Inserire progetti di mentoring nei piani di welfare aziendale permette ai dipendenti di trovare un accompagnamento con cui  superare il periodo di difficoltà. Nel frattempo essi possono maturare la consapevolezza delle competenze e soft skill acquisite sul campo e riportarle in azienda.  

Il mentoring può essere uno straordinario strumento per aiutare le aziende ad affrontare al meglio le problematiche aziendali dei dipendenti, accrescere le competenze tra i propri dipendenti ma soprattutto aumentare il benessere aziendale migliorando le relazione tra dipendenti a tutto vantaggio della produttività . 

In fondo per verificarlo basta poco…..perché non provarlo ?

Giancarlo Bergamo

Condividi questo post