Perché Bemymentor?

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Pubblicato da: Daniela Belotti Categoria: Mentoring

Be my mentor nasce con un obiettivo ambizioso: liberare e valorizzare il potenziale umano nel mondo del lavoro, per una crescita sostenibile della produttività, dell’equità del sistema e, contemporaneamente, della soddisfazione degli individui.
Sembra un sogno, come realizzarlo? Noi di Bemymentor abbiamo individuato un problema chiave: la motivazione delle persone. L’Europa è il continente con il più basso tasso di coinvolgimento sul lavoro tra quelli con economie più sviluppate. Fanalino di coda in Europa, l’Italia presenta in assoluto tra i valori più bassi nel mondo (Gallup, 2017). L’inerzia purtroppo è contagiosa. L’Italia ha il triste primato in numero di NEET (giovani non coinvolti in educazione o lavoro): 25,7%, ovvero 1 giovane su 4 tra i 17 e i 24 anni (Eurostat, dati 2017). E l’impatto sociale è di fatto più critico di quanto sembri, perché la fascia dei NEET in Italia si estende fino ai 29 anni.

Ma cosa frena il mondo del lavoro?

Uno dei problemi principali che frenano l’attivazione al e sul lavoro è il mismatch di skills e competenze:
• un lavoratore su tre in Italia non ha le competenze per la mansione che svolge e/o si trova ad occupare una posizione non coerente con le sue competenze
• un azienda su cinque fatica a trovare le risorse di cui ha bisogno per assenza di competenze specifiche sul mercato (OECD, 2017).
La problematica è ancora più incisiva per specifiche fasce della popolazione. Ad esempio i silver workers (over 50) e le donne che vivono le conseguenze negative legate rispettivamente ai fenomeni di “age gap” e “gender gap” (basso tasso di formazione, maggior rischio di fuoruscita dal sistema lavorativo…)

Vantaggi del coinvolgimento

Esistono studi e valutazioni economiche che quantificano il valore aggiunto di personale coinvolto in ambito aziendale: +17% in produttività, +21% in profittabilità, -41% assenteismo e -24% turnover. (Gallup, 2017). Crediamo fortemente che analogo impatto positivo possa aver luogo a livello sociale con un progressivo decremento dell’abbandono scolastico e del fenomeno Neet. A questo si associa un miglioramento delle conseguenze legate all’insoddisfazione lavorativa.  Dal malessere psicofisico ad abuso di alcool/sostanze stupefacenti fino alla criminalità, con conseguente risparmio nei costi sanitari, assistenziali, previdenziali.

Le persone al centro di BeMyMentor

I fattori che contribuiscono all’attuale scenario sono molteplici, di natura politica, macro-economica, culturale e di leadership. Ma noi siamo un gruppo di donne ostinate, abituate a affrontare un pezzo alla volta. Noi partiamo dalle persone e dal valore di esperienza e competenza che ciascuno puo’ portare. Se mettiamo in circolo e condividiamo questo patrimonio, avremo un sistema del lavoro, ma anche paese più efficiente e competitivo e insieme più equo, soddisfacente e dinamico.

Come ottenerlo?

Per far ciò è necessario attivare meccanismi che facilitino l’acquisizione di “ownership” da parte dei singoli sulle proprie carriere. Come? Creando relazioni positive, che favoriscano opportunità di sviluppo, utilizzo coerente dei propri talenti, motivazione, attivazione e responsabilizzazione. Dopo aver studiato le “best practice” mondiali nel campo, abbiamo individuato nel MENTORING lo strumento più efficace. Cos’è in estrema sintesi? Il mentoring è una relazione di apprendimento tra due persone, basata sullo scambio di esperienza e competenze. Nella sua forma più classica prevede che una persona più senior (Mentore) accompagni in una relazione di media-lunga durata una persona più junior (Mentee) fino al raggiungimento degli scopi originariamente condivisi tra le parti.

Gli obiettivi possono coprire l’intera gamma di tematiche lavorative: dall’acquisizione di specifiche soft/hard skills fino all’orientamento alla carriera. Nelle aziende è particolarmente efficace in progetti di change management, up-skilling, innovation e engagement booster.

Il BEMYMENTORING va oltre questa definizione base.

• l’apprendimento è reciproco e contestuale: a seconda degli obiettivi, può avvenire tra pari, tra un senior e un junior. In ogni caso sia Mentore sia Mentee avranno obiettivi di crescita. Il Mentore deve possedere conoscenze specifiche del campo/ruolo di interesse del Mentee.
• l’obiettivo primo è sempre un cambiamento.
• richiede empatia, capacità di ascolto e molto altro…ma rimane una relazione professionale, con un’agenda, obiettivi, tempi, tasks, valutazione e misurazione dei risultati
• è basato sulla relazione, ma non è un’amicizia: è un percorso volto a creare uno spazio speciale dove le persone possano in ambiente sicuro mettere a nudo dubbi e ostacoli allo sviluppo, confrontarsi, proporre, disegnare e attuare, con l’accompagnamento un esperto, un percorso di crescita.

Il Mentore è diverso da un coach e da un formatore

Molte pagine sono state scritte per identificare le differenze tra coach, mentore, formatore e frammentare la competenza in tanti piccoli ruoli. BemyMentor supera questa logica, i bisogni della persona “qui e ora” sono al centro e il grado di motivazione/inerzia sarà l’ago della bussola per stabilire l’approccio più opportuno (leggi il nostro articolo il mentor è un timoniere per saperne di più). Ciascun Mentore di Bemymentor sarà formato per acquisire i fondamentali nella gestione flessibile della relazione.

Il sistema che abbiamo studiato consente di affrontare progetti ambiziosi, perché:
• si possono coinvolgere e generare impatti positivi su ampie numeriche di individui a costi contenuti. Grazie a una piattaforma online è possibile abbinare a ciascuno il partner di crescita più adatto alle sue esigenze. Creare nell’ambito di una relazione one-to-one, un percorso condiviso, individualizzato e flessibile di crescita.
• grazie agli analytics generati dalla piattaforma, è possibile una gestione semplificata di dati complessi, una maggiore certezza del dato e un monitoraggio professionale degli impatti economici e sociali dei progetti
• a differenza di quanto oggi avviene, Bemymentor rende possibile la presa in carico di individui singoli. Se l’inerzia è uno dei principali freni alla produttività del lavoro, l’accompagnamento è più efficace e rappresenta una maggior garanzia di successo

Perché Bemymentor?

Ci rivolgiamo a tutti coloro che credono nella nostra “mission”, aziende, enti pubblici, scuole e università, organizzazioni di categoria, terzo settore, per creare insieme progetti, trasversali e non, atti a generare un cambiamento misurabile, economico e sociale, nel sistema lavoro attraverso la scambio del patrimonio di conoscenze, competenze, esperienza e know how.

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