RISORSE PER UN MENTORING BEN FATTO IN AZIENDA

Pubblicato da: Liana Astrologo Categoria: Mentoring

Il ripple effect del mentoringCORPORATE MENTORING: STRUMENTO DI SVILUPPO ORGANIZZATIVO

Un progetto di mentoring ben fatto in azienda ha un requisito irrinunciabile: avere ricadute a livello di persone E organizzazione. E significa insieme, di pari passo.

Uno degli errori tipici di chi progetta mentoring in azienda (in Italia) è “rinchiuderlo in un quadratino”. Poche persone, obiettivi ristretti e non sempre misurabili, celebrazione finale, spunta sulla lista delle cose trendy da fare  e tanti saluti.

One shot e via, spesso su temi di Corporate Responsability o Welfare. Talvolta replicato simile negli anni.

Il mentoring in azienda è un metodo di sviluppo organizzativo attraverso le sue persone.

Alla base, un’intuizione semplice: solo un’azienda che sa far vivere un’esperienza coinvolgente e autentica di sé alle proprie persone, sarà in grado di riproporla efficacemente a clienti, consumatori e partner. E solo chi sa cambiare sopravvive.

Creazione di questa esperienza e flessibilità sono nel DNA del mentoring.

Il mentoring ben fatto parte da un obiettivo organizzativo e lo declina in percorsi di sviluppo sulle persone.

È primariamente un progetto strategico dell’HR per portare, attraverso lo sviluppo delle persone, miglioramenti continui ed ad ampio spettro in azienda

IMPATTO SU PERSONE E ORGANIZZAZIONI

Partiamo da un esempio pratico: progetto di on-boarding dei nuovi assunti in area vendite.

Poniamo che tu abbia come obiettivo sulle persone di dimezzare il tempo di produttività .

On-boarding significa in lingua mentoring progettare una catena di esperienze vere ed efficaci. Unite danno vita ad un’unica esperienza “essere top sales” nello specifico della tua realtà aziendale.

L’esperienza è un percorso attraverso i sensi, ad esempio:

  • vedere in diretta come lavora uno o più top sales in questa azienda. In tal caso il mentore può prevedere  sessioni di shadowing  con  top salesmen per sperimentare best practice di “accompagnamento” del cliente attraverso il funnel di vendita.
  • annusare l’idea di sé come top salesman, confrontandosi con esperti per raffinarla prima di trasformarla in azione
  • sentirsi parte di un team coinvolgente, dinamico, professionale

E anello dopo anello costruire la catena.

Forse già lo fate.

Ciò che fa la differenza è il come: state chiedendo al vostro neoassunto di essere rapido, efficiente e produttivo. Oltre ovviamente a dotarsi delle skills necessarie al ruolo.

L’esperienza che create per lui deve parlare la stessa lingua: dalle persone che scegliete per accompagnarlo fino ai kit di vendita che vedrà usati sul campo

Se così non è, negoziate con gli stakeholder più influenti: o si abbassano gli obiettivi dell’on-boarding o meglio si tengono alti, ma in parallelo si lavora a livello inter funzionale per riallineare quella catena agli standard richiesti.

Un consiglio: attivate prima un percorso di mentoring inter funzionale con l’obiettivo di sedimentare una cultura di innovazione e apertura al feed-back.

IL RIPPLE EFFECT

È questo il cosiddetto ripple effect o effetto a cascata del mentoring: da un miglioramento strettamente HR in ambito specifico, si aprono spazi di intervento più ampi, che coinvolgono più funzioni fino ad arrivare anche al cuore dell’azienda.

Un esempio? Un’ azienda italiana del settore turistico, partendo da un’esperienza di mentoring per lo sviluppo della leadership, è approdata ad un progetto di revisione di vision e mission e un conseguente re-branding.

Ed è qui che l’HR diventa strategico: lo sviluppo personale collegato a obiettivi di sviluppo organizzativo  è la miccia che “fa esplodere” la crescita anche di un’intera organizzazione.

SENZA, NON È CORPORATE MENTORING

Se si vuole sfruttare appieno la potenza di fuoco del corporate mentoring ben fatto, sono condizioni necessarie:

  • obiettivi chiari e misurabili che riguardano prima l’organizzazione e poi le persone
  • una progettazione mirata a obiettivi organizzativi  e fatta con cura sui bisogni delle persone
  • un team integrato HR, stakeholders, professionalità dedicate: mentoring project manager, tutor, trainer: da determinare in base al progetto
  • il coinvolgimento di stakeholder e sponsor anche di alto livello, a seconda dell’obiettivo organizzativo
  • il team deve condividere cultura, competenze e passione per il mentoring, per essere testimonial efficaci in azienda
  • lavorare sui grandi numeri, per generare impatto organizzativo
  • farlo con continuità, ampliandone le linee per creare un circolo virtuoso di miglioramento continuo
  • monitorarlo e migliorarlo senza sosta, comunicando i principali progressi ai partecipanti: il progetto deve incarnare il suo obiettivo implicito di miglioramento continuo
  • costruire un piano di comunicazione interna ed esterna dedicato

 

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